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  cinque milioni di italiani che, in ser- vizio o in pensione, pagano da soli il 60% dell’IRPEF”, ha sottolineato Stefano Cuzzilla, Presidente CIDA.
Da qui il lancio della petizione CIDA che ha come obiettivo quello di portare all’attenzione delle Istitu- zioni l’iniquità del sistema previden- ziale e avanzare proposte per una crescita economica sostenibile, ga- rante del benessere collettivo di oggi e di domani.
“Da ormai troppi anni stiamo as- sistendo a una deformazione del sistema previdenziale italiano che, progressivamente, trasferisce risor- se dalle pensioni all’assistenza”, ha ricordato Alberto Brambilla, Presi- dente Centro studi e ricerche itine- rari previdenziali. “Gli interventi sulla perequazione automatica ne sono una riprova: negli ultimi vent’anni si sono susseguiti svariati provve- dimenti, spesso perfino in contrad- dizione tra loro ma, in linea di mas- sima, accumunati dal principio se- condo il quale le pensioni di importo superiore tendono a subire un mec-
canismo sfavorevole. Con il risultato di penalizzare proprio quella fascia di pensionati che, nel corso della propria vita attiva, ha dichiarato red- diti pari o superiori a 35mila euro e versato contributi e imposte pari appunto a oltre il 60% dell’IRPEF totale, oltre ai contributi sociali e alle imposte dirette. Tasse che, vi- ceversa, i sei milioni di beneficiari di pensioni fino a due volte il minimo sostanzialmente non pagano e che i percettori di prestazioni tra due e quattro volte il TM pagano in misura ridotta”.
In relazione alle disposizioni dell’ultima legge di Bilancio sul raf- freddamento dei meccanismi pere- quativi delle pensioni, CIDA ha dato incarico allo Studio BonelliErede di dare avvio a sette iniziative giudi- ziarie con lo scopo di richiedere che i giudici sollevino, in via incidentale, questioni di legittimità costituziona- le. “Sin dai primi interventi del legi- slatore in materia, infatti, la Corte ha avuto modo di pronunciarsi sulla legittimità costituzionale di mecca-
nismi di blocco della perequazione pensionistica, fissando alcuni paletti all’azione del legislatore” ha com- mentato l’avvocato Luca Perfetti dello Studio BonelliErede. “La Corte – ha proseguito – ha sancito che il richiamo alla «contingente situazio- ne finanziaria» – che, in astratto, potrebbe legittimare eventuali tagli – non può sorreggere interventi così incisivi in assenza di qualsivoglia documentazione tecnica circa le at- tese maggiori entrate. Ciò non esclude che si possa intervenire anche nel procedimento legislativo, stimolando Parlamento e Governo a un intervento sul tema, oltre che proprio dinanzi alla Corte Costitu- zionale”.
Se son rose, fioriranno. Con i di- rigenti e, in genere, con le alte pro- fessionalità, ex-dipendenti pensio- nati che pagano l’IRPEF fino all’ul- timo centesimo, è stato da tempo superato ogni limite: a quando la correzione di rotta?
Gennaro Bernardo


























































































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